Torniamo ora al tema conduttore di questo capitolo, l'esplorazione del mondo circostante, che per il bambino diventerà in breve tempo causa di uno strano effetto: la curiosità. Essa è un'altra pulsione che va contro natura, soprattutto quando riguarda il mondo esterno, la cui esplorazione richiede movimento, quindi fatica.
Tale pratica è tuttavia bene accetta e gli adulti sono felici di vedere il piccolo afferrare gli oggetti e agitarli davanti agli occhi per capire "a che cavolo servano". Rassegnamoci quindi a tale ingrato destino, senza però dimenticare i due importanti consigli che seguono, accompagnati da un corollario che ne conferma la validità.
Primo consiglio: evitate per quanto possibile di praticare l'esplorazione di oggetti grevi: portare sulle spalle un sacco di grano da 8 rubbi* (200 libbre) è assai poco istruttivo. Si ottengono le medesime informazioni sul frumento portandone in mano un boccale colmo a metà.
*Un rubbio corrisponde, come cita l'autore a 25 libbre. Il dato mancante è la conversione in grammi della libbra nell'epoca e nella zona di origine dell'autore. 1 libbra = 317,517 grammi. (N.d.T.)
Secondo consiglio: invece di assecondare la curiosità verso ciò che sta fuori, è possibile svolgere, con inferiore dispendio energetico, l'esplorazione di ciò che abbiamo dentro: ascoltare i nostri sentimenti, riconoscere le circostanze che conducono a un particolare stato d'animo e idenficarne le sfumature, sono atti che portano alla conoscenza di sé. Tale sapere, quasi sempre trascurato, conduce verso una grande saggezza (e qui c'è da chiedersi se non stiamo scivolando in una seriosa gravità).
Continua... (venerdì 23 settembre 2016)
Nessun commento:
Posta un commento