Ernesto Farro è un giornalista. Un cronista, per la
precisione, che muove i suoi primi passi in un piccolo giornale di provincia e
approda in breve tempo nel più importante quotidiano d’Italia.
Ha l’anima del reporter, non gli manca il coraggio e
all’occorrenza sa fare appello a uno stile tutto suo di diplomazia. Queste
qualità, unite a un’indole curiosa e determinata, lo portano ben presto a
distinguersi, fino a ricoprire l’incarico di vicedirettore. Ma né la posizione
raggiunta né l’età che avanza sono in grado di imprigionare nella routine il
suo spirito indomabile, ed è così che, mentre in redazione assolve
diligentemente al suo ruolo di responsabile, appena fuori dagli uffici del
giornale torna ad essere il verace giornalista a caccia di notizie, che trova in un giovane grafico un alleato d’eccezione.
Cronache di redazione è un romanzo ricco di storie e di
sfaccettature, un romanzo che si srotola come un gomitolo, e a ogni pagina, a
ogni capitolo, mostra nuovi personaggi e nuovi scorci di vita tessuti insieme
dall’abilità investigativa del protagonista.
Farro ci racconta il suo incredibile esordio alla Gazzetta
di Cicoria, giornale anomalo per gli ingenti capitali di cui dispone; insieme a
lui finiamo sulle tracce di un lupo assassino, in una vicenda che sconfina
quasi nella favola; arriviamo sulla scena del crimine in una comune di
spiritualisti e veniamo guidati passo a passo dal fedele seguace della guida
del gruppo; finiamo tra le spire di un ambiguo psicologo per dimostrare
l’innocenza di un ragazzo schivo e riservato…
Di Cronache di redazione mi ha stupito un fatto curioso: le
storie raccontate sono profondamente impregnate di realtà, eppure sembrano
inverosimili, frutto di una fantasia lasciata senza briglie. Dopo un primo
momento di perplessità, mi sono chiesta il perché di questo strano effetto e ho
capito che non dipende dai fatti in sé, ma da come sono narrati.
Questa percezione è il risultato della singolare arte
narrativa dell’autore.
Flavio Gandini, infatti, sa cogliere le sfumature
grottesche, ironiche e divertenti racchiuse nei frammenti di vita vera e riesce
a catturarle sulla pagina per regalarle al lettore.
Oserei dire che ha conservato l’innocenza tipica dei
bambini, che sanno vedere gli aspetti buffi della vita e riderne, ma con una
marcia in più, perché applica questa dote alle “cose dei grandi”. Così facendo,
dona al lettore un po’ del suo candore e, tra le righe, lo invita a non
prendersi troppo sul serio.
Non è facile tradurre in parole il gusto che mi ha lasciato
questo romanzo una volta concluso, perché le emozioni che ho provato sono state
molte. Mi ha stupito, incuriosito, catturato. Mi ha strappato ben più di un
sorriso (d’accordo, ammetto che in parecchi passaggi ho riso proprio di cuore).
Mi ha anche fatto riflettere sulla vita, sulla natura umana e sulla società. Ma
forse, in questo ventaglio di emozioni, quella che permane più a lungo, quella
che ha fatto da filo conduttore e mi è rimasta addosso come una seconda pelle è
la meraviglia.
Il piacere sottile di guardare il mondo con gli stessi occhi
curiosi e appassionati del protagonista Ernesto Farro. Occhi che l’esperienza
ha reso disincantati, ma che il cuore mantiene puri e amanti del vero e della
giustizia.
La personalità di Farro, ruvida e sincera, è quella che, a
libro chiuso, mi ha fatto avvertire il desiderio pressante di passare ancora
del tempo in sua compagnia e, per la prima volta, non ho saputo resistere alla
tentazione di chiamare immediatamente l’autore.
«Gandini, non lasciarmi orfana di Farro!» sono esplosa,
prima ancora di dire chi ero.
Lui è scoppiato a ridere (deve avermi riconosciuta) e mi ha
rassicurato: «Tranquilla, Farro è ancora sulla cresta dell’onda».
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Bella recensione, Nike.
RispondiEliminaHai stuzzicato la mia curiosità e anche se con qualche dubbio ho acquistato l'ebook. Le prime pagine mi hanno lasciato una sensazione strana... non sapevo se mi piaceva o no. Poi mi ha colpito molto positivamente! Il Gandini scrive davvero in un modo molto particolare e se lo lasci fare ti trascina con sé. Gran bella lettura. Se ci sarà un seguito, lo prenderò...
Ciao, Franco