martedì 7 luglio 2015

Tutta colpa del traduttore

Angolo dei conigli
Oggi ho deciso di concedere una tregua agli aspiranti scrittori e agli esordienti per fare quattro passi nell'Olimpo dei Grandi. Capita, infatti, di trovarsi tra le mani romanzi di autori molto quotati (e gettonati dal punto di vista commerciale) che, dall’alto del loro nome, propongono perle letterarie un tantino indigeste per i lettori attenti.

Se a scrivere certe boiate fosse l'artefice di un manoscritto giunto nella redazione di una casa editrice, non dubito che il tomo verrebbe prontamente archiviato nel cestino. Se fosse un esordiente, il suo destino sarebbe segnato: critiche ferocissime; accuse di incapacità senza possibilità di riscatto; attribuzione di onte incancellabili per lui, per la famiglia d’origine (fino al settimo ascendente), per la famiglia costituita (fino al settimo discendente) e per il suo cane (setter), di certo una bestia pulciosa e senza pedigree.
Come ben potete vedere il numero sette ricorre più volte, e questo perché è un “numero magico”, pertanto, per non smentire tale magia, elencherò quattro (sì, perché, dovrebbero essere sette? Soltanto io devo essere coerente?) casi in cui la colpa dev’essere stata del traduttore, perché sviste del genere non si spiegherebbero altrimenti. A meno che… a qualcuno tutto sia concesso.

Primo momento di magia:
acquario tropicale
... e i cavalloni?
"Il mare era calmo e limpido come un acquario tropicale, verde giada con un luccichio fosforescente: bastava raccogliere una manciata d'acqua per vederla brillare nella mano."
Quasi commosso da tanta poesia, il lettore pazienta il tempo necessario ai protagonisti per sfilarsi i vestiti e scambiare poche battute (proprio un paio di minuti, forse neanche) e...
"Dexter si tuffò nei cavalloni, e lei restò in piedi a barcollare... "
Cavalloni in un acquario tropicale? Sarà per l'incongruenza che lei prese a barcollare?

Secondo colpo di genio:
tronco restituito dal mare
... e le persone?
"Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati."
Cosa farebbe la risacca?
Le similitudini vengono utilizzate di norma per stabilire un parallelo tra due termini, appunto, simili, uno dei quali, quello più evocativo, serve a chiarire le caratteristiche dell'altro. A tutti dovrebbe esser noto, quindi, che la risacca restituisce prima gli oggetti di un'esistenza passata, poi le persone... E che lo stesso processo lo compie il buio. Boh!? Come se non bastasse, tutto questo materiale restituito alla battigia ha subito una variazione apparentemente inavvertibile a causa del male... Ri-boh!?

Terza esperienza catartica:
... rende l'idea?
La protagonista della scena è sola a bordo della sua auto e si sta recando a un matrimonio come invitata. Da qui l'importanza che l'abbigliamento riveste, perché, si sa, l'abito non fa il monaco, ma può far fare una figura di merda.
"L'aria condizionata della macchina aveva solo due impostazioni, "galleria del vento" e "sauna" e tutta l'eleganza era evaporata, sostituita da due aloni scuri intorno alle ascelle."
Il capitolo prosegue con una serie articolata di considerazioni esistenziali, poi finalmente la narrazione si focalizza di nuovo nell'abitacolo. "E fu in quel preciso momento, mentre lei si trovava seduta a chiedersi cosa fare, con le ascelle contro le bocchette dell'aria condizionata..." Si chiedeva che cosa fare? Io qualche consiglio ce l'avrei: lavorare al circo come contorsionista; fare la controfigura della DonnaDiGomma; uscire dalle pagine del libro e non farsi mai più vedere. Perché qualcuno mi deve spiegare come si può guidare con le ascelle contro le bocchette dell'aria condizionata.

Quarto, perché mi piacciono gli scrittori precisi e attendibili:
panda in pista
... e l'aria condizionata?
l'autore è lo stesso della precedente performance, il quale, non pago, si spinge nei dettagli con meticolosità anglosassone, precisando la data in cui ciò avviene, ovvero il 15 luglio del 1999, e il modello della prestigiosa vettura.
"Nella stazione di servizio, seduta nella sua nuova macchina (una Fiat Panda di quarta mano)..."
A parte l'aggettivo nuova, che è opinabile, si dà il caso che fino al 2000 la rispettabile utilitaria sopracitata non comprendesse nell'elenco degli accessori alcuna forma di climatizzatore o aria condizionata che dir si voglia. Poteva esserne equipaggiata la Punto e perfino la Seicento, ma, maledetta sfortuna, la Panda no.
Mi è sembrato di rivedere un vecchio film western in cui il protagonista (buonissimo) ingaggia un conflitto a fuoco brandendo la sua Colt Single Action e, un colpo dopo l'altro, riesce a esploderne 25 senza mai ricaricare. Consultare allo scopo qualunque sito specializzato per verificare che il tamburo ne conteneva 6. Alchimia allo stato puro?

Ovviamente, noi di G&V saremmo felici di ricevere altre segnalazioni di sviste e simili disavventure.


Ivan lo Stupido

Ivan lo Stupido