Quando il consulente latita
- Maschio, bianco, trent’anni, ha ingoiato per sbaglio un
appendino della lavanderia a secco.
- Dannazione, gli appendini delle lavanderie a secco sono i
peggiori…
- Lo stiamo perdendo!
- Bisogna fermare l’emorragia, presto, un giratubi
dell’otto!
Abbiamo seguito tante di quelle serie TV ambientate in ospedale che l’argomento ormai ci è familiare e abbiamo fatto nostro il linguaggio del medical drama. I dialoghi ci vengono spontanei, conosciamo i protocolli in uso nelle E.R. di Seattle e Chicago e sappiamo bene che “Libera!” è il grido di guerra di chi è armato di un defibrillatore. Sono loro, sono quelle battute, quelle formule ormai consuete che ci illudono di sapercela cavare, o è la superficialità un po’ guascona di chi scrive senza farsi troppe domande? Perché una domanda potrebbe essere: siamo sicuri di conoscere i fondamentali? E se la risposta è no, la seconda domanda potrebbe essere: siamo sicuri di esserci documentati abbastanza? Insomma, ogni tanto sarebbe bene farsi venire qualche dubbio.
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Nozioni di idraulica |
l’approssimazione spavalda e lo strafalcione spudorato. E
tutti e due indicano che il dubbio non si è mai affacciato nella mente
dell’autore. Ora, non voglio sostenere che solo un idraulico possa scrivere la
commovente storia di un idraulico, per dire, ma forse sarebbe bene saper
inserire l’attrezzo giusto almeno nei suoi dialoghi, se non proprio sotto a un
lavandino da sturare…
L’approssimazione spavalda
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Cosa rende famoso un neurochirurgo? |
Capisco che in fondo, sul piatto della bilancia pesi di più
l’incontestabile appeal del dott. Lobo, ma se la sua fama ha raggiunto Plutone
vorremmo conoscerne il motivo, magari non troppo dettagliato ma almeno
convincente.
Lo strafalcione spudorato
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Sfilò la tibia come uno spiedo dalla porchetta? |
Il Raccattaossa. Così lo aveva battezzato la stampa, visto che
Collezionista era già stato usato e
ne avevano tirato fuori anche un film. Lucky George era la decima
vittima, e presto la sua tibia sarebbe andata ad arricchire la collezione.
Tenendo ferma la gamba con una mano, il Raccattaossa afferrò
la tibia con l’altra e la sfilò
dall’arto come uno spiedo dalla porchetta, poi ripulì l’osso sui calzoni di
George che continuava a non opporre resistenza, lo infilò nello zaino e uscì
dall’appartamento, dileguandosi nella notte…
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L'amico consulente? |
Perché a fargli notare che un osso dalla carne mica lo sfili
facile gli sarebbe bastata la mamma.
Dal bollito sì, gli avrebbe detto, ma con la carne cruda ci
vuole il suo tempo.
Al nostro
scrittore temerario però non è venuto il minimo dubbio, ha scritto a misura
delle sue conoscenze, fidandosi dei suoi rudimenti, e questo gli è bastato per
confezionare la storia proprio come la voleva lui, al netto delle tartarughe
ninja.
Comunque, per ripulire un romanzo ci sono sempre gli editor,
direte voi.
Beh, qualcosa può scappare anche a loro (e qui faccio un
appello: qualcuno avverta Gianni Simoni
che i reparti di neuropsichiatria, per gli adulti, sono spariti
quarant’anni fa), ma poi in fondo è la storia quella che conta, la storia che
per trascinare il lettore fino alla fine può pure prendersi qualche grossa
licenza.
Lo sanno bene anche gli autori di serie tv, che pur forniti
di battaglioni di consulenti, a volte sottomettono la verosimiglianza alle
esigenze di copione, tirandone fuori siparietti gustosi, dove i pazienti
intubati parlano, e cose ammirevoli, come le diagnosi per esclusione del dott.
House
(…non è un birilloma, non è carognite, dromedariosi…
elefantiasi elmintica… febbre dei
formichieri…).
Non mi resta che augurarvi... buone consulenze!
Martin Weasel
Martin Weasel