Anche fra coloro che conoscono la figura di Giuseppe Calligaris, sono pochi quelli che hanno preso in considerazione i suoi testi sul cancro, sulle malattie psichiatriche e le sue ipotesi patogenetiche.
Fra le numerose scoperte fatte dal Calligaris vi sono le placche cutanee la cui stimolazione attiva le funzioni autoscopiche ed eteroscopiche, di cui abbiamo detto nel nostro precedente articolo. Tali placche una volta stimolate sono in grado di attivare nello sperimentatore la capacità di vedere immagini riferite a sé o ad altri (auto o etero-scopia); in altri casi la stimolazione delle placche porta alla esteriorizzazione “oggettiva” delle immagini evocate su uno specifico campo cutaneo, attraverso immagini dermografiche spontanee. Tale possibilità ha dato modo di effettuare delle “esplorazioni” con carattere diagnostico. Infatti la presenza di alcune placche più adatte permette all’osservatore, una volta posto in presenza di un paziente o di un reperto di questi (materiale organico: un capello, campioni biologici oppure una foto), di attivare la capacità di rilevare molte informazioni, come le zone anatomiche interessate, la struttura istologica etc. oltre che ovviamente, permettere la visione o la rappresentazione dell’agente patogeno. Che tale associazione fosse valida veniva corroborato dall’apparizione di immagini di patogeni noti all’epoca, in presenza di reperti o di pazienti con la corrispondente patologia.

Immagine
dermografica di alcuni patogeni. In (1) si vede bacillo di Koch,
comparso in presenza di un tubercolo polmonare asportato da un paziente.