giovedì 19 novembre 2020

Anime in trappola

 


DA "ANIME IN TRAPPOLA" di Samantha Fumagalli:
«Sì» assentì Manuel, avvicinandosi alla finestra e scostando pigramente la tenda. A quell’ora la strada era deserta, illuminata a mala pena da una fila di lampioni, che sembravano voler scacciare la nebbia che li assediava, ma con ben misero risultato. Non passava anima viva e i pali della luce si sfuocarono per assumere le sembianze degli alberi spogli che fiancheggiavano la stradina che conduceva alla sua casa d’infanzia. Sempre troppo fredda, troppo silenziosa, con quello stupido camino incapace di tirare il fumo fino al tetto e che lo ributtava nella stanza facendogli mancare il respiro. Tante volte avrebbe voluto uscire in cerca di ossigeno, ma aveva l’impressione che fuori fosse ancora peggio, con gli alberi rinsecchiti che aspettavano solo lui per afferrarlo e rubare il suo calore.
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martedì 17 novembre 2020

Esiste una specie di morti viventi...

Dall'autore del romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, Robert Louis Stevenson:

“Esiste una specie di morti viventi, di gente banale che a malapena ha coscienza di esistere se non nell'esercizio di qualche occupazione convenzionale. Portateli in campagna o imbarcateli su una nave e vedrete quanto si struggeranno di nostalgia per il lavoro o il loro studio. Non sono mossi da curiosità, non sanno abbandonarsi alle sollecitazioni del caso, non provano piacere nel mero esercizio delle loro facoltà, e, a meno che la necessità non li incalzi minacciandoli con un bastone, non muoveranno un dito. Non vale la pena di parlare con gente simile: sono incapaci di abbandonarsi alla pigrizia, la loro natura non è abbastanza generosa; e trascorrono in una specie di coma le ore che non sono applicate a una frenetica furia di arricchirsi”.

lunedì 20 luglio 2020

A breve, in tutte le librerie: L'incantatrice



Nel passato ci sono le ceneri, 
nel presente il fuoco 
che ci dà l'ardore di scrivere il futuro”.

Amalia è solo una bambina, quando la morte della nonna Ofelia sconvolge la sua vita e segna per sempre il suo destino. La ritroviamo oggi, ormai trentaduenne, insegnante in una scuola d'arte, alle prese con una strisciante insoddisfazione di fondo e un tragico incidente, accaduto nel liceo dove insegna.
Il presente incalza e le domande sul suo oscuro passato si moltiplicano: cos'è successo davvero a Ofelia? Perché sua madre è sparita? Chi è veramente Dorotea? E perché nessuno vuole parlare?
Amalia accetta la sfida che la vita le sta lanciando e decide di intraprendere una ricerca sulla sua storia familiare. Tra vecchi bauli, strani amori, certezze che si sgretolano e un viaggio imprevisto, risalirà il misterioso ramo materno della famiglia e farà luce sulle sue origini, ma soprattutto scoprirà chi è veramente: non la persona banale che credeva, ma una creatura speciale.
La storia di Amalia è forse la storia di tutti noi. 
È l'archetipo del viaggio per scoprire chi siamo, da dove veniamo e qual è il nostro posto nel mondo. 

DISPONIBILE IN CARTACEO E IN EBOOK SU TUTTI GLI STORE ONLINE

domenica 19 luglio 2020

L'incantatrice


In anteprima, 
la cover del nuovo romanzo di Samantha Fumagalli
L'INCANTATRICE.
A breve in tutte le librerie...

lunedì 22 giugno 2020

Mandala degli astri in pdf

Novità: MANDALA DEGLI ASTRI in versione PDF!
Da leggere, stampare e colorare... ristampare e colorare di nuovo... e conservare 

I Mandala degli Astri ci accompagnano nella nostra storia personale e nell'evoluzione, ci aiutano a fare chiarezza in noi e ad armonizzare le energie interiori ed esteriori.  

I mandala nascono da antiche discipline orientali con lo scopo di interagire con le energie dell'individuo e con lo spazio. Sono figure sacre che, grazie a forme, colori e simboli, riverberano in chi le osserva e con l'ambiente circostante. I Mandala degli Astri sfruttano il dinamismo positivo dei nove pianeti dell’astrologia antica e si possono usare per meditare, colorare e da appendere in casa per armonizzare gli ambienti. Colorare i mandala è un'antica forma di meditazione, adatta a ogni età, che purifica l'anima, calma la mente, libera lo spirito, migliora la concentrazione, la memoria, la creatività e riduce lo stress.


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venerdì 19 giugno 2020

La pandemia degli zombie

 
di Samantha Fumagalli
Oggi voglio raccontare una storia. D'altra parte, cosa dovrei fare, visto che tra le altre cose faccio anche la scrittrice? Prima di iniziare, però, ci tengo a far presente che è una storia vera, anche se, come spesso accade, la realtà supera la fantasia.
Se avete voglia di venire con me, partiamo... 
 
CORREVA L'ANNO 2011, quando il Pentagono elaborò un piano di strategia militare per far fronte a un'apocalisse di zombie su scala mondiale. I pianificatori militari assegnati al Comando strategico degli USA, tra il 2009 e il 2010, avevano creato uno scenario per far fronte a un attacco non convenzionale, che sfociò in un documento non classificato del 2011 dal nome di “CONOP 8888”.
Il piano prevedeva di eliminare la minaccia dei “morti viventi” e aiutare qualsiasi popolazione del mondo, compresi gli avversari tradizionali, come Russia e Cina, in caso di una Zombie Apocalypse.
Nel documento venne stilato un dettagliato elenco di 8 tipologie di zombie:
Pathogenic Zombies, morti viventi collegati a un'infezione virale o batterica;
Radiation Zombies, morti viventi collegati a radiazioni;
Evil Magic Zombies, morti viventi collegati a qualche tipo di magia nera;
Space Zombies, morti viventi collegati a elementi di origine extraterrestre;
Weponized Zombies, morti viventi armati;
Symbiant-Induced Zombies, morti viventi collegati a un organismo simbionte;
Vegetarian Zombies (VZ), morti viventi vegetariani (che non rappresentavano un grande pericolo, poiché si nutrono unicamente di vegetali);
Chicken Zombies, galline zombie, ovvero galline anziane, ormai diventate inutili, perché non fanno più uova, che vengono soppresse e a volte ritornano per vendicarsi.
Ogni fase dell'operazione fu discussa minuziosamente: dalle regole di ingaggio, all'addestramento generale, al richiamo di tutto il personale militare alle postazioni di lavoro, fino allo schieramento di squadre di ricognizione per garantire la sicurezza e ripristinare l'autorità dopo che la minaccia zombie fosse stata neutralizzata.
Lo scenario peggiore prevedeva un attacco su larga scala e con un elevato livello di trasmissibilità, evenienza, questa, che avrebbe richiesto l'esercito per le strade, la legge marziale e, naturalmente, il disinfettante per le mani, come si legge nel rapporto: "Sebbene nessuno di questi prodotti abbia mai indicato alcuna efficacia contro gli agenti patogeni di livello 4 di rischio biologico come l'Ebola, è del tutto possibile che tali prodotti possano limitare o ritardare la diffusione degli zombie basato sui patogeni, se impiegati correttamente".
Tra le raccomandazioni degli strateghi del Pentagono non mancò neanche quella di bruciare i cadaveri, per assicurarsi che gli zombi fossero morti.
Ma il piano del Pentagono andò oltre e coinvolse nell'azione anche il Centers for Disease Control (Cdc) americano (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie), che sarebbe stata la fonte migliore per respingere la pandemia.
Riguardo all'offensiva verso gli zombie emerse che, trovandosi di fronte a non-vivi, l’esercito poteva ritenersi libero di contrattaccare senza preoccuparsi delle leggi nazionali e internazionali, che regolano il trattamento degli avversari.
Bene, la storia è finita. Lo so, sembra uno scherzo, ma la notizia è confermata dal Dipartimento della Difesa statunitense, in un articolo pubblicato nel 2014 sulla prestigiosa rivista Foreign Policy, e dal capitano della Marina e portavoce del Comando strategico, Pamela Kunze.
Si tratterebbe di uno scenario coperto da segreto militare, che illustra le linee guida per aiutare le autorità a mantenere l'ordine pubblico e i servizi di base durante e dopo un attacco di zombie.
Forse una metafora per motivare l'esercito? Ma la CNN non ha accettato questa versione semplicistica, sostenendo che la preparazione e la completezza mostrate dal Pentagono su come affrontare a un simile scenario fosse piuttosto impressionanti per essere fittizie.
Non chiedetemi cosa significa tutto ciò, né cosa ne penso. Come ho detto, ho raccontato una storia...
 
 
P.S. Chi nutrisse dubbi sulla veridicità di quanto narrato, potrà documentarsi su tutta la stampa ufficiale del 2014, dall'Ansa, al Secolo XIX, alla Stampa, a Fucus, fino ai siti di Centers for Disease Control and Prevention o di Difesa on line.

venerdì 24 aprile 2020

Levrieri & Pastori


Sapete perché voglio spendere ancora due parole su questo blog anche se mi ero ripromesso di non scrivere più dato che i blog sono morti? (sì, fatevene una ragione, i blog sono morti, quindi è probabile che lo siate anche voi che state leggendo, ma non importa...)
Perché voglio scrivere una cosa sui levrieri.
Sì, è vero, di solito sono più esotico, mandrilli, emù, giaguarondi...
Ma oggi no, oggi levrieri. E dimenticatevi quelle top-model degli afgani, sto parlando dei levrieri più poveri, quelli senza gioielli. Anche senza pelliccia. Magri senza scampo perché non c'è niente che li copra. Pelo raso sulle costole così a vista che gliele puoi contare.
Tempo fa, quando ancora si poteva uscire, e anche senza cane, ne ho visti due per la strada.
Faceva freddo e loro tremavano. Stavano vicini l'uno all'altro, tanto che quasi si camminavano addosso, e io ho pensato che perfino così, uno di fianco all'altro, sarebbero riusciti a nascondersi dietro a un lampione. Piatti come due sogliole messe in verticale, con quella curva del torace che finisce nel vitino sottile. Certo, sono aerodinamici, ti dici.
Fatti per correre.
L'uomo lo sa bene che sono fatti per correre, anche troppo bene, tant'è che ci specula sopra da sempre, e adesso non ho voglia di dirvi a cosa è arrivato per guadagnarci su, voglio pensare solo al lieto fine che a volte li aspetta e che deve aver riscattato anche quei due che avevano freddo. Sono certo che a casa li aspettasse un cappottino per ciascuno che si erano solo dimenticati di mettere, ingannati dal sole.

Ma tutto questo ha portato la mia mente a divagare (sì, divaga spesso... ), a pensare al rapporto che lega l'uomo al cane, rapporto cambiato, evoluto, stravolto.
I nostri cani al guinzaglio, quelli che vengono al bar con noi, sono i figli che non crescono mai, sono i bambini per sempre e come bambini li trattiamo, ma non è a quelli, con tutta la simpatia, che le mie divagazioni sono approdate.
Io pensavo al cane che lavora, il cane operaio.
Il pastore, ad esempio. Intendo dire quello che si guadagna vitto e alloggio tenendo a bada greggi di pecore, non quello che del pastore c'ha solo la pettinatura e vive nel salotto di casa.
L'avete mai visto il pastore correre letteralmente sulle groppe delle pecore per raggiungere più in fretta quella che si è staccata del gruppo o che rischia di cadere giù dalla scogliera? (siamo in Cornovaglia Martin?... no, c'abbiamo i dirupi anche in Sardegna, per dire...)
Quello che conosce i nomi di tutte a memoria (?) e le conta - perché sa contare come un ragioniere – ogni sera senza perderne di vista una. 
Quello che ha l'occhio sveglio e lo sguardo sapiente di chi ce la sa, per genetica e per esperienza. Quello che gli basta un fischio e ti mette le pecore in fila per due, o per quattro, dipende dai tratturi (?!), e se potesse parlare direbbe “ok capo” all'umano che fischia e che crede di essere il suo capo per davvero mentre è solo un suo collega approfittatore.
Insomma, il cane che lavora e si guadagna da vivere...
A volte si guadagna una vita dura, fatta di pecore, di pelo bagnato, di gelo o di sole che spacca, ma ricca di ruvido orgoglio canino, come moneta di scambio.
E allora, se proprio mi ci fermo su a pensare, a questi cani che lavorano a fianco degli umani e vivono della loro approvazione, mi chiedo se loro lo sanno, di essere diversi dagli altri.
Diversi dai levrieri con o senza cappottino, ad esempio.
Perché un pastore alla fine frequenta solo altri pastori. Che ne sa che si può passare la vita a fare niente sul divano?
E mi chiedo se farebbero mai a cambio...
Ma credo di no.
Mi piace pensare che si annoierebbero a morte.






venerdì 27 marzo 2020

Mandala degli astri


I mandala nascono da antiche discipline orientali con lo scopo di interagire con le energie dell'individuo e con lo spazio. Sono figure sacre che, grazie a forme, colori e simboli, riverberano in chi le osserva e con l'ambiente circostante.
I Mandala degli Astri sfruttano il dinamismo positivo dei nove pianeti dell’astrologia antica e si possono usare per meditare, colorare e da appendere in casa per armonizzare gli ambienti.
Colorare i mandala è un'antica forma di meditazione, adatta a ogni età, che purifica l'anima, calma la mente, libera lo spirito, migliora la concentrazione, la memoria, la creatività e riduce lo stress.

giovedì 5 marzo 2020

Resistere a oltranza

Ci sentiamo sotto assedio per colpa di un un microrganismo acellulare con caratteristiche di parassita?
 È necessario reagire con armi non convenzionali...





La sorgente di Nos


Una bella storia fantasy, ricca di riferimenti simbolici e archetipici, che rimanda al viaggio esoterico per eccellenza (che non menziono per non svelare il mistero).
Un Pianeta di sogno, che ricalca la vita sulla Terra, stravolgendola quel tanto che basta da invitare il lettore a scoprirne parallelismi e allusioni. E lasciandogli il piacere della scoperta.
Personaggi che incarnano archetipi, parole che racchiudono segreti... Il tutto scritto con eleganza.
Complimenti all'autore!
E adesso aspettiamo il seguito... perché questo è solo il primo volume...

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mercoledì 12 febbraio 2020

Forse un drago...








Apro così. Con una foto. 
Bella eh?
Anzi, bello. Il coso... l'uovo. 








Perché non è una pietra lavorata, un sasso dipinto, un avocado ben riuscito: è un uovo.
E sembra finto. Sembra un manufatto, rifilato, carteggiato e verniciato.
Perfetto come è perfetto un uovo, grande più o meno come quello di struzzo ma decisamente più glamour.
E quale pennuto sforna un uovo così bello? (Pennuto? I rettili li escludiamo? Sì, i rettili li escludiamo, e escludiamo a malincuore anche i draghi.)
E tra i pennuti escludiamo anche il pavone, signori miei, perché il pavone, così esagerato da far pensare che possa deporre direttamente uova Fabergé, in realtà se la gioca alla pari col tacchino; in termini di originalità viene battuto perfino dalla quaglia  e addirittura asfaltato dal pettirosso.


Uovo Fabergé, no pavone...




Ma torniamo allo smeraldone là sopra e non giriamoci attorno, mica vuole essere una rivelazione...  voglio solo sottolineare che al pennuto in questione, l'emù - quello che "cinque verticale: uccello peloso australiano, tre lettere" le uova vengono bene.

E che per inciso, l'emù (eccolo qui ritratto in tutta la sua bruttezza)




oltre a ritrovarsi nelle parole crociate, in passato si è ritrovato anche coinvolto in una guerra.
Ma non una guerra di pollaio, una guerra vera, parliamo di esercito, mica di agricoltori coi forconi: mitraglieri e mezzi militari contro un contingente di pennuti inconsapevoli e disorganizzati che di guerriglia non sapeva niente.
Motivo della guerra? Solito. Contesa di un territorio. Coltivato a grano. L'emù lo considerava economicamente interessante, l'agricoltore australiano pure, morale: per cacciare l'emù dal territorio conteso, il governo inviò l'artiglieria.
Ma vi pare che con quell'espressione così determinata l'emù potesse perdere?
Macché, dopo mesi di inutili imboscate a contingenti di pennuti sparpagliati, la Reale artiglieria Australiana dovette ritirarsi, aveva vinto l'emù.
Quindi?
Quindi continuò a razzolare nei campi coltivati, a crescere indisturbato e a deporre uova fantastiche che adesso, a guerra dimenticata,  potete anche comprare su ebay.

Trenta dollari e potete farvi un uovo alla cocque di incommensurabile bellezza...

O provare a covarlo per avere un emù...





venerdì 31 gennaio 2020

L'anno degli eroi



Confesso, nella folle stesura di un nuovo romanzo, ho dato vita a otto personaggi di cui non riesco più a liberarmi. Me li trovo accanto mentre cammino lungo il fiume, quando cucino e a volte anche al lavoro... Non so dire se sono diventati compagni di vita o presenze ingombranti, ma propendo per la prima, data la simpatia che ho per loro.
Fatto sta, che ho deciso di presentarli al mondo.
Eccoli:
- Enea Beccaria, psichiatra, detto il Prof
- Ugo Brambilla, occupato nella gastronomia di famiglia, detto Fagiolone
- Alberto Maria Zuffoli Barbieri, inventore e conferenziere, detto Cogito-ergo-sum (per brevità chiamato il Ces)
- Massimo Imbersaghi, ex insegnante di storia e filosofia, detto Ghevara
- Marco Lattuada, commesso in un negozio di abbigliamento e ballerino mancato, detto Fenomeno
- Domenico Conti, agente di commercio plurimandatario, detto Carosello
- Gerardo Bianchi, commercialista, detto Database
- l'Ombra nell'oscurità, il consigliere segreto che tengo come asso nella manica

Chi vuole potrà conoscerli meglio nel romanzo L'ANNO DEGLI EROI.

Buona giornata!

Flavio Gandini

mercoledì 29 gennaio 2020

Il papiro della vita

L’esistenza è un fluire di esperienze. E sperimentare è uno dei compiti di questa nostra effimera vita terrena. Ogni esistenza raccoglie in sé molti insegnamenti, che devono essere trasformati in conoscenze superiori e consapevolezza.
Potremmo paragonare la vita a un papiro che si srotola strada facendo: l'uomo cammina lungo il tracciato del papiro imprimendovi sopra le sue impronte come fossero parole nuove. E noi abbiamo il libero arbitrio di scegliere se arricchire, nel vero senso della parola, il nostro papiro oppure se lasciare che esso si colmi semplicemente di elementi.
Una vita senza esperienze è un papiro vuoto e, a questo proposito, ci ritornano alla memoria alcuni versi di Kahlil Gibran:
Diceva un foglio bianco come la neve: 
“Sono stato creato puro e voglio rimanere così per sempre. 
Preferirei essere bruciato e finire in cenere 
che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro”. 
Una boccetta d’inchiostro sentì ciò che il foglio diceva
e rise del suo cuore scuro, ma non osò avvicinarsi. 
Sentirono le matite multicolori, 
ma anch’esse non gli si accostarono mai... 
e il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre puro e casto, 
ma Vuoto. 

Buona Vita, con l'augurio che sia sempre ricca di consapevolezza!

Per saperne di più:
Riflessologia della memoria
di Samantha Fumagalli e Flavio Gandini
La più potente tecnica per liberarsi da paure e condizionamenti legati al passato.
Un manuale pratico che offre preziose chiavi d'accesso al mondo dell'inconscio e della memoria, una guida arricchita da racconti di esperienze reali e da numerose illustrazioni.
I fantasmi del passato (ricordi dolorosi, traumi, legami mai risolti) procurano sofferenza e limitano la piena espressione del nostro potenziale. Diventano dei blocchi energetici che ci tengono intrappolati al passato e condizionano le nostre scelte, rendendoci inconsapevoli del nostro presente e impedendoci di riconoscere le opportunità che la vita ci porge in ogni istante.
Ricapitolare la propria storia personale ci consente di attivare la liberazione da paure e condizionamenti, per diventare autori e protagonisti della nostra vita.


lunedì 20 gennaio 2020

Originalità

“La singolarità vera e nuova, l'originalità, non è cosa che si procacci di fuori; si ha dentro o non si ha; e chi l'ha veramente non sa neppure d'averla e la manifesta con la maggiore semplicità.”
Luigi Pirandello

sabato 18 gennaio 2020

Emozioni


“A volte le parole non bastano. 
E allora servono i colori. 
E le forme. 
E le note. 
E le emozioni.” 
Alessandro Baricco