Ci sono mestieri che sono più interessanti di altri, poche
storie.
Fare l’agente segreto è più interessante che fare il vigile
urbano, e un consulente dell’FBI mi dice meglio di un consulente finanziario.
Infatti, la narrativa di genere è più ricca di agenti segreti che di agenti
immobiliari. Ma questo non esclude che un contabile possa scrivere come un
profiler di Quantico.
Eppure spesso, i contabili scrivono come contabili. E scrivono di loro stessi.
E anche i consulenti finanziari scrivono di loro stessi. E i
bancari pure.
Con tutta la simpatia per i bancari, però, mi sento di poter
dire, anche a nome di altri, che il bancario-scrittore a volte tende a
sovrastimare l’interesse che la vita in filiale può suscitare nel lettore medio.
Intendiamoci, sono stati tratti capolavori intimisti anche
dalle esistenze più piatte, ma in genere la cavillosa esposizione delle
procedure operative ammazza anche l’attività più avventurosa.
Nell’ultimo post si parlava del consulente che latita? In
questo vi voglio parlare del consulente che esagera.
Non solo. È convinto che l’entusiasmo che mette nel
descriverci fino all’ultimo esasperante dettaglio le procedure del suo lavoro
sarà pari al nostro nel leggerlo. E che le trepidazioni del protagonista
saranno le nostre, come i timori e le speranze, i dubbi e le certezze.
E a volte, anche il terrore. Volete una dimostrazione?
Ecco un esempio di financial-thriller.
Più o meno.
Jeppo si ritrovò seduto sul letto con gli occhi sbarrati che
fissavano il buio. (Apro una parentesi: i personaggi dei romanzi dei
bancari-scrittori non si chiamano mai Jeppo. Si chiamano Marco Landi, Bruno Nardi, Guido Giorgi. Cognomi
brevi, spesso patronimici, un po’ anonimi, insomma, scelti in modo da poterli
confondere facilmente col nome degli altri personaggi. Chiudo la parentesi.).
Sudato e col cuore che batteva a mille, si era svegliato di soprassalto da un
incubo: un titolo convertibile lo seguiva fino all’orlo di un precipizio e lui
era costretto a buttarsi nel vuoto prima ancora di conoscere il prezzo medio
ponderato calcolato sui dati della seduta di negoziazione comprese le fasi
d’asta.
Con l’idea che il sogno fosse un brutto presagio, Jeppo
scostò di colpo le lenzuola aggrovigliate e si precipitò verso il portatile che
aveva lasciato in cucina. Schiacciò il tasto d’accensione e subito nella stanza buia si diffuse
la luce azzurrognola dello schermo. Cliccò nervoso fino ad arrivare alla pagina
che cercava e scoprì che l’incubo dal quale credeva di essere uscito lo stava
aspettando sul video.
Il saldo a fine seduta mostrava una flessione dello 0,61%
per il Ftse 100 di Londra mentre a Parigi e a Francoforte la chiusura rimaneva
invariata! Doveva chiamare subito Gordon. (Apro una parentesi: gli amici, nei
romanzi del bancario-scrittore, non si chiamano mai Gordon. Si chiamano Lando
Marchi, Nardo Bruni, Giorgio Guidi. Cognomi brevi, spesso patronimici, un po’
anonimi, insomma scelti in modo da poterli confondere col nome del
protagonista).
Erano le tre del mattino, ma l’indice settoriale Stoxx 600
non era riuscito a recuperare il terreno perso e il BTp decennale aveva
archiviato la seduta col rendimento all’1,72%, non c’era un minuto da perdere.
Il telefono dall’altro capo suonò a lungo prima che Gordon
si decidesse a rispondere.
Maledizione Gordon, è successo!
Ma che diav… ma che ora…
Gordon, ti dico solo questo: Roller Coaster branch
exemption!
Non ci fu bisogno di aggiungere altro. Gordon era sveglio
adesso, sveglio e in allarme quanto Jeppo.
Dimmi che non è vero!
È vero dannazione, guarda tu stesso.
Gordon ci mise un secondo a controllare.
Per la miseria! È una catastrofe!
Una catastrofe annunciata… dobbiamo fare qualcosa subito…
Ma Gordon ormai era già sul pezzo e si stava dando da fare.
Sto stimando il livello di trend dell’output sull’orizzonte
temporale…
Hai determinato la durata delle fasi di contrazione?
Lo sto facendo…
Col cycle dating?
Eccerto, che son cretino?
Roller Coaster era tra le più attive del mercato dei
capitali per equità e debito, infatti il suo convertibile con l’offerta
follow-on su azioni Crash&Disaster la dava al primo posto in base alle
classifiche Nonsense.
Dovevano shortare il sinking fund prima dell’apertura alle
Isole Crokodyle. Le contrazioni dell’offerta non li spaventavano, ma al credit
crunch non erano preparati. Avrebbero dovuto agire d’astuzia e superare il bank
lending channel… anche a nuoto, se fosse stato necessario…
A chi si fosse fatto prendere da questo estratto
adrenalinico posso garantire che Gordon e Jeppo, dopo trecento pagine dense di
suspence e vari colpi di scena (non a caso a un certo punto compare un derivato di undicesima classe) riescono
a fare non ho capito bene cosa che permette loro di ottenere non ho capito bene
cosa affinché non accada non ho capito bene cosa, e quindi tranquilli, il lieto
fine è garantito.
Ma a tutti gli altri, quelli che non hanno una
soleventiquattrore-dipendenza, e che magari hanno un romanzo nel cassetto, in
conclusione, che posso dire?
Che a volte bisogna mettersi nei panni di chi legge?
Che forse è meglio non esagerare?
Potrei mai darvi un consiglio? No di sicuro, il titolo della
rubrica parla chiaro. Però un’avvertenza, in questo caso, mi sento scriverla:
state attenti alle stock options. Quelle sono davvero bastarde.
Martin Weasel
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