Le interviste surreali di Ivan lo Stupido
Il primo personaggio che incontriamo nell'ambito di questa
rubrica è Patrizia Mucciolo, autrice dell'e-book Le ombre azzurre.
Ivan: Buongiorno, Patrizia, dalla pubblicazione del tuo romanzo Le ombre azzurre mi
ritengo autorizzato a pensare che tu sia appassionata di scrittura, dunque la
prima inevitabile domanda è:
Ti piacerebbe condurre un programma televisivo di cucina?
Patrizia: I conduttori di programmi di cucina scrivono libri che
diventano successi editoriali… Saltando qualche passaggio vorrei arrivare
direttamente al punto: Le Ombre
Azzurre è un libro di ricette (mi piace usare il Blu Curaçao).
Ivan: Oppure preferiresti fare l'opinionista?
Patrizia: Posso dire che l’importante è non fare il dentista?
Ivan: Ma, allora, perché scrivi?
Patrizia: Ho cominciato così, solo per provare. Per fare
un’esperienza. Bisogna pur staccare la spina ogni tanto… Comunque guarda che lo
faccio solo qualche volta, magari nel fine settimana… Smetto quando
voglio.
Patrizia: Intendi dire quello in cui la topica narrativa va oltre
l’assegnazione geografica, l’attore recitante non fa parte della topica
spaziale e le vicende nel cronotopo si possono sviluppare anche in altri
luoghi? Direi andando di fantasia. Ma se ti riferisci al “global novel” dove il
presente tende a farsi precario e i protagonisti fuggono da qualcosa o qualcuno
dentro tempi non prorogabili e a scadenza precisa, allora direi andando di
fantasia.
Ivan: Immaginavasi, forse, l'ignaro lettore che giunti saremmo a
sì dotto livello di dissertazione? Probabilmente sì, ma il dovere ci chiama e
proseguiamo con le domande: sempre nel rispetto del precedente assioma sulla
narrativa, quante volte hai vissuto un salto temporale?
Patrizia: Tante volte quante chi scrive manuali di sopravvivenza per
gli zombie ne abbia visto uno addentare i passanti al semaforo.
Ivan: Torniamo alla letteratura, ti piacerebbe diventare come
Donato Carrisi?
Patrizia: Togli il come. Mi piacerebbe diventare Donato Carrisi.
Quello che viene pubblicato e letto a prescindere. Quello che non deve
dimostrare niente perché è un dogma vivente. Quello che se il suo ultimo
romanzo ti è piaciuto compri il successivo, e se non ti è piaciuto compri il
successivo.
Quello che ai suoi discepoli dice che i momenti più belli
della vita di uno scrittore sono quelli in cui gli editori ti sbattono la porta
in faccia, altro che il successo…
Patrizia: Ma perché, Donato Carrisi è calvo?
Ivan: Proseguiamo... Generalmente uno scrittore è anche un forte
lettore, quante volte hai letto Le ombre azzurre?
Patrizia: Mi sa che una decina
mi è toccato farlo.
Ivan: Per amore o per senso del dovere?
Patrizia: Per fargli le pulci.
Ivan: E perché le ombre sono azzurre e non di un altro colore?
Patrizia: Ombre Rosse era già stato usato, per dire…
Ivan: Infine, che cosa apprezzi dello stile narrativo di Luigi
Pirandello?
Patrizia: Google mi dice che è lineare, sintetico, colloquiale.
Ivan: E di Fabio Volo?
Patrizia: Google non mi dice. Ho provato a cercare “poetica di Fabio
Volo” ma niente.
Però ho trovato questa frase nella raccolta “le frasi più
belle di Fabio Volo”: “amo le labbra perché sono costrette a non toccarsi se
vogliono dire ti odio e obbligate a unirsi se vogliono dire ti amo.” Geniale.
Ivan: Pensi che sia realistica la comune opinione che Fabio Volo
sia l'erede di Pirandello?
Patrizia: Temo che nell’opinione comune sia andato oltre…
Ivan: Sono certo che non ti si possa contraddire. D'altronde tra
un Premio Nobel e il protagonista di una pubblicità televisiva c'è un abisso di
potere. Ah, per amor di precisione, il Premio Nobel è stato assegnato a
Pirandello...
Non mi resta che ringraziarti per esserti prestata tanto amabilmente a questa intervista surreale. A presto e buona fortuna!
Ivan lo Stupido
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Le ombre azzurre - book trailer |
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